Fantasie sull'origine del cognome MOSCA

L'etimologia e l'origine del cognome Mosca offre lo spunto alle più disparate supposizioni e proprio per questo stà ad indicare che la sua origine non è univoca nel tempo e nello spazio, cioè i MOSCA attuali NON discendono da un unico capostipite.
Qui sono raccolte tutte le notizie che sono riuscito a raccogliere circa l'origine e la diffusione del cognome MOSCA. Qui troverete più domande che risposte.
Post Reply
User avatar
alberto
Amministratore
Amministratore
Posts: 619
Joined: Tue Jan 06, 2004 7:06 pm
Location: Italy
Contact:

Fantasie sull'origine del cognome MOSCA

Post by alberto »

PREMESSA

Questo è un tentativo fantastico ma non troppo di spiegare le origini del cognome MOSCA ed è una sintesi di tutti i Link sull'argomento postati in questo Forum.
Non risponde alla domanda ma apre nuovi scenari sulla origine di questo cognome che abbiamo ereditato dai nostri antenati.
Pertanto chiamatela pure:

>>>>>>>>>> STORIA O FAVOLA CHE DIR SI VOGLIA
>>>>>>>>>> SI CHE ALL'AUTOR MAL NON COLGA
>>>>>>>>>> E PER IL MAL DIRE NON SE NE DOLGA.

Forse molto, molto tempo fa con gli appellativi Moscha - Musca - Muscat - si indicavano genericamente quelle genti che per i loro traffici provenivano da quell’area della penisola arabica affacciata sul mare omonimo e quindi sull’Oceano Indiano, dove sorge la città di MUSCAT capitale dell’Oman. Anticamente denominata MOSCHA era stata un importante snodo commerciale sulla cosiddetta “Via della seta” e delle spezie che univa la lontana Cina (il Katai di Marco Polo) e l'India con l’Occidente passando dall’Impero bizantino prima del suo crollo definitivo nel 1453 ad opera di Maometto II.

Questi mercanti mussulmani e/o ebrei genericamente provenienti dall'Oriente (appunto i "Moscha" o “Musca” o “Muscati” o “Moscati” o “Mascati” ) secoli prima di questo evento avevano aperto i loro fondachi nei porti del Mediterraneo in particolare in Africa, in Spagna e in Italia soprattutto sulle coste meridionali della Puglia, tradizionale testa di ponte, con Venezia, dei commerci tra Oriente e Occidente.
Lo stesso Imperatore Federico II, grande estimatore della civiltà mussulmana di quei tempi aveva fondato Lucera, enclave mussulmana nel suo Impero svevo nel Sud di Italia.

Qualcuno di questi antichi mercanti forse a forza di prestare denaro ai potenti di turno sembra che fosse riuscito anche a ottenere dei titoli di nobiltà. Questo avvenne nel Nord Italia forse con la nobile famiglia bergamasca dei Conti Mosca che poi prosperò nel Centro Italia imparentandosi con le più antiche e potenti famiglie nobili romane quali gli Albani tanto da dare i natali addirittura a un Papa: CLEMENTE XI - Giovanni Francesco, eletto Papa il 23-XI-1700 era figlio di ELENA MOSCA a sua volta figlia del Conte Giovanni Francesco Mosca, Nobile di Pesaro discendente dei Conti Mosca di Bergamo, e di CARLO (II) ALBANI.
In Sicilia una famiglia MOSCA ottenne addirittura la Signoria su Modica nel 1282 da Pietro I d'Aragona. Gli stessi aragonesi che un secolo dopo iniziarono la persecuzione degli infedeli sui loro territori.

Era consuetudine presso le famiglie nobili di quei tempi dare al primogenito della Casata ad esempio il nome "SARACENO" o anche "MOSCA" segno del rispetto e della stima o del timore anche che godeva allora quella civiltà.

Ma per la maggior parte dei discendenti di quegli antichi mercanti il corso della storia prese tutt’altra direzione sociale ed economica.

In seguito al crollo dell’Impero bizantino con la conquista di Costantinopoli da parte dei turchi di Maometto II nel 1453 i lucrosi traffici erano stati bruscamente interrotti lacerando quel fitto tessuto di interscambi costituitosi nei secoli e lasciando privi di risorse e di coperture politico/religiose quelle genti “Muscat” o i loro discendenti “Musca” e/o “Moscha” meno fortunati che si trovarono al centro del conflitto etnico-religioso scatenatosi tra Occidente cristiano e Oriente giudaico-mussulmano in concomitanza anche della accentuata politica nazionalista degli Stati europei.
In Europa molti emigrarono in Inghilterra dove il loro cognome venne anglicizzato in FLY oppure conservò la forma primitiva MOSES, altri si stabilirono nei Paesi Bassi e nell'Europa dell'Est modulando i loro cognomi secondo gli influssi locali. Molti di questi a loro volta migrarono in Italia del Nord specie dalla Garmania e dalla Polonia.

All'interno della penisola italiana molti di loro abiurarono la loro religione e salirono al nord forse vendendosi come manodopera. In un primo tempo furono principalmente attratti dalle regioni del Nord Italia che erano più tolleranti nei loro confronti rispetto allo Stato Pontificio e richiedevano molta manodopera per la conduzione delle “marcite” che erano state introdotte nell’Italia del Nord dai Cistercensi e per la bonifica di zone paludose.
O chissà forse più recentemente altri “Musca” o “Mascati/Moscati” erano giunti come prigionieri fatti da Vasco da Gama nella conquistata città di Muscat (detta anche Mascate in alcuni testi e anticamente Moscha) in Arabia e forse venduti come schiavi sulle coste meridionali d’Italia all’inizio del ‘500.
Gli Acquaviva erano Marchesi di Bitonto in quegli anni e avevano intrapreso grandi lavori nei loro feudi più a nord nelle Marche che richiedevano masse di manodopera e di contadini.
Gli Acquaviva avevano feudi anche in Campania ed erano imparentati con la casa di Aragona che dominava Napoli e la Campania.

Si crearono forse così tre flussi migratori di “Mosca” che interessarono la penisola italiana in tempi diversi:
1) prima quello che dalle coste meridionali, della Puglia in particolare, risaliva verso il Nord seguendo le normali linee di traffico fatto per lo più via mare col piccolo cabotaggio e ancora identificati con l’appellativo Musca che in latino indicava anche il famoso e fastidioso Dittero portatore di malattie. Questi sarebbero stati i discendenti degli antichi mercanti insediatisi sulle coste pugliesi.

2) Poi quello in senso contrario che spinse i fuoriusciti ebrei/mussulmani dalla Spagna in conseguenza della Inquisizione spagnola (1478), ad emigrare in massa nel Nord Europa e in Francia e da qui rifluire in Italia insediandosi in Piemonte e Lombardia prevalentemente e quindi proseguire verso Sud attratti (o meglio costretti dai loro Signori feudali) dal fermento edilizio intrapreso un po’ ovunque a scopo di difesa dalla temutissima invasione "Saracena" e dalle innovazioni tecnologiche degli armamenti che imponevano nuove fortificazioni. Questi avrebbero conservato la forma Moscha non avendo subito il loro cognome la latinizzazione imposta negli Stati Pontifici ma semmai la sua germanizzazione.

3) Infine lo sparpagliarsi per tutta la penisola degli "infedeli" espulsi dagli Stati Pontifici nella seconda metà del '500 sotto la spinta dell'Inquisizione Pontificia [Editto di PAOLO IV del 1554] oppure costretti a convertirsi e a modificare il loro cognome come suggerisce anche il cognome composto MUSCOGIURI.

Così per venire ai nostri MOSCA li troviamo insediati al Nord in aree paludose oggetto di bonifiche in Piemonte (dal XV sec.) e in Emilia Romagna, in Lombardia (nella bergamasca dal 1300 o anche prima dediti al commercio dei pannilana), nelle Marche e in Abruzzo a partire forse dal 1500 dove fervevano grandi cantieri edili per costruzioni difensive e signorili.
Qualcuno avrà cercato la propria sussistenza nel mare.
Però sempre cercando generazione dopo generazione di integrarsi nel tessuto sociale ostile alla loro primigenia religione abiurata ma di cui il nome conservava una cifa segreta nota solo agli iniziati.
Da qui il mutare di quel cognome che indicava prima più una provenienza generica che non l’appartenenza a un unico ceppo famigliare e poi l’appartenenza a una religione diversa e comunque abiurata e infine a una condizione sociale di emarginazione.
[In Spagna gli ebrei convertiti furono chiamati “Marrani” e ancora oggi questa è una offesa gravissima che indica persona traditrice. In Italia è ancora un cognome in uso].

Da qui la spinta alle varie forme assunte a partire da un’unica radice MxSC (nella terza consonante le lettere: C - H - K - Z - Q sono alias) che comunque conservò un significato di appartenenza noto solo agli iniziati. Ciò a testimonianza del tenace attaccamento alla propria identità rinnegata per motivi di sopravvivenza.

Non tutti chinarono la schiena sulla terra, alcuni continuarono a fare i commercianti in ambito locale (vedi i canipari di Bormio) altri furono marinai dedicandosi alla pesca o al piccolo cabotaggio trasportando merci via mare sulle coste Adriatiche e Tirreniche.

Erano lavoratori instancabili e fecondi i Mosca/Musca/Moscha: dove arrivavano dopo una o due generazioni riuscivano a mettere radici profonde nel territorio marcando la toponomastica locale (e non il contrario) con la loro prolificità: si conosce più di una frazione Mosche ancora oggi in Piemonte chiamate in dialetto locale “Cantun Musca” e in Lombardia "Camoschè" in Valle Imagna.

Ai nostri giorni questo cognome nella forma MOSCA è diffuso su tutto il territorio nazionale italiano in ben 1191 comuni sui circa 8.500. Le regioni più densamente colonizzate sono il Piemonte, la Lombardia, le Marche, l’Abruzzo e la Campania. La forma MUSCA è nettamente più rara e massimamente concentrata in Puglia.
In Spagna il cognome MOSCA è rarissimo per lo più concentrato guarda caso a Barcellona forse a conferma delle ipotesi sopra illustrate nonostante esista il municipio Muskiz nelle Province Basche del nord della Spagna.

Nel Nuovo Mondo il cognome si è diffuso dalla Italia unificata sia nel Nord che nel Sud America per effetto per lo più del flusso migratorio innescato tra la seconda metà del 1800 e il primo quarto del 1900. Negli U.S.A. la maggior concentrazione di MOSCA si trova nello Stato di New York, Florida, Connecticut, California, Maryland, Massachusset, New Jersey. Ohio e Pennsylvania.
Nel Sud America i MOSCA si sono diffusi principalmente in Argentina, Brasile, Colombia, Venezuela.
In alcuni casi nel Nuovo Mondo questo cognome si è anglicizzato in "FLY".

F I N E

Alberto Raffaele Mosca
20 Maggio 2006

BIBLIOGRAFIA: vedi i Link citati in questo Forum
Post Reply