Sfogliando un album di vecchie foto
Posted: Sun Jul 16, 2006 10:16 pm
Sfogliando un album di vecchie foto
Facevo il fotografo. L'ho fatto per tanti, tanti anni, ed ho inciso sulle mie pellicole tantissime emozioni, ricordi, particolari. Ho incontrato gente comune e persone famose.
Ricordo che all'inizio quello che più amavo fare erano i servizi per i matrimoni: la sposa, lo sposo, una quercia secolare, la luce sfumata ... ho conservato copie di tantissime foto fatte, ne ho a ricordo di tutti i servizi della mia carriera. Guardate questa! Me la ricordo benissimo: il buquet catturato mentre vola, la luce favorevole ... che tempismo!
Non so cosa mi abbia spinto qui ad impolverarmi con questo album di vecchie foto, c'è anche poca luce ... e perché pensarci? Nella vita ho fatto quello che volevo fare, ho sempre ottenuto ciò che mi serviva ... ed ora sono incuriosito da queste foto. Come sono lontane da me!
Ricordo i vestiti colorati ed eleganti, i sorrisi, i baci, i giovani, i bimbi che corrono, i ricchissimi buffets ... quanti ne ho visti! Ma tutte queste cose non mi toccavano, no ... non ero un uomo a un matrimonio: ero una macchina fotografica che guardava e scattava. La cosa che più mi piaceva delle cerimonie ufficiali, era la naturale disposizione delle persone a pagare alte cifre per un ottimo servizio fotografico, e la mia macchina era infallibile.
Fu così che mi feci un nome. Il giorno dell'apertura del mio negozio mia madre voleva assolutamente che facessi una foto alla vetrina con l'insegna nuova; ce l'ho, questa foto, ma è brutta, consumata, buia. L'ha fatta lei, la mamma, perché mi ero rifiutato: una foto, se la scatti, la devi sviluppare, e se il soggetto è importante devi farne delle copie ... e chi mi avrebbe pagato per questo?
Allora avevo anche una fidanzata, eccola qua: Mariella. Ho una sola sua foto, di quando aveva diciotto anni: me l'ha regalata lei. Era carina, la ragazza, era molto carina. Oh, guarda qui, il fazzoletto che le ho regalato! Il regalo di fidanzamento! Quanto discutemmo su quello! Lei diceva che non l'amavo abbastanza, se per il nostro fidanzamento le regalavo un fazzoletto, nonostante io le facessi presente che avevo fatto ricamare le iniziali e applicare un pizzo. Lo disse anche quando le feci sapere, nove anni dopo, che non potevo sposarla perché le foto non "tiravano" più sul mercato.
"Allora perché ... queste foto ... non è Mariella la sposa?" direte. Già, è Mariella; andò sposa ad un imprenditore, ed io le feci il servizio per il matrimonio. Non fu nemmeno uno dei migliori perché il soggetto ... vedete, non sorride né qui, né qui ... neanche qua sorride! Forse ho fatto bene a non sposarla.
Ah arrivati qui devo proprio spiegare ... la foto che vedete è quella di uno dei miei primi servizi giornalistici. Lavoravo per un giornale in rosa, un giornale scandalistico. Qui ho una copia di una delle foto di un servizio su Carolina di Monaco: è con un amico in un night club e si baciano. Che successo e che fatica questa foto! Restai appostato per ore, travestito, in un tavolo non troppo lontano e non troppo vicino alla coppia, senza contare che dovetti prendere da bere, in un locale dove l'acqua minerale costava ventimila lire a bottiglia ... ma fu veramente un successo. Il mio capo mi prese in simpatia, e cominciò a commissionarmi servizi su tutti i più famosi protagonisti del mondo della musica, della politica, dello spettacolo, come si vede in queste pagine.
Ecco re Baldovino del Belgio che si soffia il naso; qui c'é Barbara Bush che si preoccupa della sua unghia spezzata; Michael Jackson che si allaccia le scarpe, e questo? ... oh, Lucio Dalla senza cappello! Ah, questa sì che mi fruttò parecchio! Quest'altra é ... chi é? Non mi ricordo ... oh!
Bhé qui ero già più vecchio! Già, perché, quando invecchiai, non riuscivo più a tenere i ritmi della vita frenetica di prima: appostamenti, pedinamenti e travestimenti erano per me troppo stancanti. Presi a documentare tragedie nostrane. Questa dev'essere una di quelle donne che ho fotografato nel 1980 a Bologna: aveva perso la figlia nell'esplosione della bomba in stazione, e così ... piangeva, era disperata ... Di lei scattai tante foto. Lo ricordo perché le ho tutte: la presi da lontano e da vicino, mentre si tappava la bocca col fazzoletto e mentre si stringeva al seno la bambina, sfigurata dal dolore per la sua morte, rossa in viso, spettinata ... Quest'altra é la frana in Valtellina: case distrutte, campers e baracche ...
Le mie pellicole erano oro, vendevo a cifre pazzesche i miei servizi al miglior offerente; stavo facendo la mia fortuna, soprattutto con quelle che riguardavano faide o famiglie che vedevano partire i loro figli per il Golfo Persico, recentemente anche sui volontari dispersi in Jugoslavia e sui bambini nei campi profughi. Un po' perché mi venivano bene, un po' perché commuovevano di più.
Sono alle ultime pagine del mio album.
Ormai ho passato i settant'anni, sto a guardare la sera le partite di calcio e passo le giornate a sfogliare i giornali e ad osservare i servizi fotografici dei nuovi talenti. L'ultima foto è quella della mia macchina fotografica preferita, una vecchia Leica, una rarità, quando la comperai. E' la mia unica compagna. Ho vissuto con lei e di lei per più di quarant'anni. La mia vita è la sua. La mia vita è quella di tutte quelle persone che ho fotografato; ho vissuto attraverso di loro la gioia, il dolore, gli sbagli, i successi. Ho vissuto di loro ... nella loro ombra, alle loro spalle ... per lavoro o per paura, o perché nessuno mi ha mai insegnato a vivere ... forse è per questo che non ho nessuna mia foto.
Valentina Zacchia Rondinini Tanari
Classe V Ginnasio
Liceo Ginnasio Statale "L. Galvani"
II classificata
"CARA BELTA'..."
I Testi selezionati dell'edizione 1995/96:
* Sezione Narrativa - Categoria Terza media e biennio superiore
http://www.liceomalpighi.bo.it/carabelt/index.html
Facevo il fotografo. L'ho fatto per tanti, tanti anni, ed ho inciso sulle mie pellicole tantissime emozioni, ricordi, particolari. Ho incontrato gente comune e persone famose.
Ricordo che all'inizio quello che più amavo fare erano i servizi per i matrimoni: la sposa, lo sposo, una quercia secolare, la luce sfumata ... ho conservato copie di tantissime foto fatte, ne ho a ricordo di tutti i servizi della mia carriera. Guardate questa! Me la ricordo benissimo: il buquet catturato mentre vola, la luce favorevole ... che tempismo!
Non so cosa mi abbia spinto qui ad impolverarmi con questo album di vecchie foto, c'è anche poca luce ... e perché pensarci? Nella vita ho fatto quello che volevo fare, ho sempre ottenuto ciò che mi serviva ... ed ora sono incuriosito da queste foto. Come sono lontane da me!
Ricordo i vestiti colorati ed eleganti, i sorrisi, i baci, i giovani, i bimbi che corrono, i ricchissimi buffets ... quanti ne ho visti! Ma tutte queste cose non mi toccavano, no ... non ero un uomo a un matrimonio: ero una macchina fotografica che guardava e scattava. La cosa che più mi piaceva delle cerimonie ufficiali, era la naturale disposizione delle persone a pagare alte cifre per un ottimo servizio fotografico, e la mia macchina era infallibile.
Fu così che mi feci un nome. Il giorno dell'apertura del mio negozio mia madre voleva assolutamente che facessi una foto alla vetrina con l'insegna nuova; ce l'ho, questa foto, ma è brutta, consumata, buia. L'ha fatta lei, la mamma, perché mi ero rifiutato: una foto, se la scatti, la devi sviluppare, e se il soggetto è importante devi farne delle copie ... e chi mi avrebbe pagato per questo?
Allora avevo anche una fidanzata, eccola qua: Mariella. Ho una sola sua foto, di quando aveva diciotto anni: me l'ha regalata lei. Era carina, la ragazza, era molto carina. Oh, guarda qui, il fazzoletto che le ho regalato! Il regalo di fidanzamento! Quanto discutemmo su quello! Lei diceva che non l'amavo abbastanza, se per il nostro fidanzamento le regalavo un fazzoletto, nonostante io le facessi presente che avevo fatto ricamare le iniziali e applicare un pizzo. Lo disse anche quando le feci sapere, nove anni dopo, che non potevo sposarla perché le foto non "tiravano" più sul mercato.
"Allora perché ... queste foto ... non è Mariella la sposa?" direte. Già, è Mariella; andò sposa ad un imprenditore, ed io le feci il servizio per il matrimonio. Non fu nemmeno uno dei migliori perché il soggetto ... vedete, non sorride né qui, né qui ... neanche qua sorride! Forse ho fatto bene a non sposarla.
Ah arrivati qui devo proprio spiegare ... la foto che vedete è quella di uno dei miei primi servizi giornalistici. Lavoravo per un giornale in rosa, un giornale scandalistico. Qui ho una copia di una delle foto di un servizio su Carolina di Monaco: è con un amico in un night club e si baciano. Che successo e che fatica questa foto! Restai appostato per ore, travestito, in un tavolo non troppo lontano e non troppo vicino alla coppia, senza contare che dovetti prendere da bere, in un locale dove l'acqua minerale costava ventimila lire a bottiglia ... ma fu veramente un successo. Il mio capo mi prese in simpatia, e cominciò a commissionarmi servizi su tutti i più famosi protagonisti del mondo della musica, della politica, dello spettacolo, come si vede in queste pagine.
Ecco re Baldovino del Belgio che si soffia il naso; qui c'é Barbara Bush che si preoccupa della sua unghia spezzata; Michael Jackson che si allaccia le scarpe, e questo? ... oh, Lucio Dalla senza cappello! Ah, questa sì che mi fruttò parecchio! Quest'altra é ... chi é? Non mi ricordo ... oh!
Bhé qui ero già più vecchio! Già, perché, quando invecchiai, non riuscivo più a tenere i ritmi della vita frenetica di prima: appostamenti, pedinamenti e travestimenti erano per me troppo stancanti. Presi a documentare tragedie nostrane. Questa dev'essere una di quelle donne che ho fotografato nel 1980 a Bologna: aveva perso la figlia nell'esplosione della bomba in stazione, e così ... piangeva, era disperata ... Di lei scattai tante foto. Lo ricordo perché le ho tutte: la presi da lontano e da vicino, mentre si tappava la bocca col fazzoletto e mentre si stringeva al seno la bambina, sfigurata dal dolore per la sua morte, rossa in viso, spettinata ... Quest'altra é la frana in Valtellina: case distrutte, campers e baracche ...
Le mie pellicole erano oro, vendevo a cifre pazzesche i miei servizi al miglior offerente; stavo facendo la mia fortuna, soprattutto con quelle che riguardavano faide o famiglie che vedevano partire i loro figli per il Golfo Persico, recentemente anche sui volontari dispersi in Jugoslavia e sui bambini nei campi profughi. Un po' perché mi venivano bene, un po' perché commuovevano di più.
Sono alle ultime pagine del mio album.
Ormai ho passato i settant'anni, sto a guardare la sera le partite di calcio e passo le giornate a sfogliare i giornali e ad osservare i servizi fotografici dei nuovi talenti. L'ultima foto è quella della mia macchina fotografica preferita, una vecchia Leica, una rarità, quando la comperai. E' la mia unica compagna. Ho vissuto con lei e di lei per più di quarant'anni. La mia vita è la sua. La mia vita è quella di tutte quelle persone che ho fotografato; ho vissuto attraverso di loro la gioia, il dolore, gli sbagli, i successi. Ho vissuto di loro ... nella loro ombra, alle loro spalle ... per lavoro o per paura, o perché nessuno mi ha mai insegnato a vivere ... forse è per questo che non ho nessuna mia foto.
Valentina Zacchia Rondinini Tanari
Classe V Ginnasio
Liceo Ginnasio Statale "L. Galvani"
II classificata
"CARA BELTA'..."
I Testi selezionati dell'edizione 1995/96:
* Sezione Narrativa - Categoria Terza media e biennio superiore
http://www.liceomalpighi.bo.it/carabelt/index.html