LUIGI RAMELLI (1851+1930) ornatista

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LUIGI RAMELLI (1851+1930) ornatista

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Luigi Ramelli, ornatista, aveva frequentato la Scuola di Belle Arti di Firenze dove aveva conosciuto l'Architetto Pietro Cantini che nel 1884 lo aveva indotto a trasferirsi a Bogotà in Colombia dove il Cantini ricopriva la carica di Architetto Nazionale e stava portando a termine la costruzione del Teatro Cristobal Colon. Il Ramelli intanto insegna ornato alla Scuola di Belle Arti di Bogotà appena fondata dando inizio alla formazione di una schiera di giovani decoratori che diffusero il gusto della decorazione in gesso in tutto il Paese.

LUIGI RAMELLI eseguì le decorazioni interne del cosidetto Tempietto eretto a Bogotà dall'Ing. Cantini per ospitare la statua di Simon Bolivar. Fu inaugurato nel 1883. La bella porta in acero martellato porta la firma della Officina Biondi di Firenze 1887.

Nel 1891 decorò la cappella de Las Angustias nella Cattedrale di Bogotà ricavata dalla trasformazione dell'antico passaggio al Sacrario.

BIBLIOGRAFIA:

A) - ANEDOCTAS RELACIONADAS CON LA CONSTRUCCION DE UN TEATRO
PITTURA DECORAZIONE E ORNAMENTAZIONE DEL TEATRO
Le opere di ornamentazione in gesso, in sintonia con lo stile dell’edificio erano già state progettate e disegnate con l’ornatista Luigi Ramelli e lo scultore Cesare Sighinolfi, artisti che si erano formati alla Scuola di Belle Arti di Firenze la stessa dove il Maestro Cantini aveva studiato Architettura e dove si erano conosciuti.
Questi artisti erano arrivati in Colombia nel 1884 per suggerimento dell’architetto Cantini per far avanzare i lavori di decorazione delle opere che egli avrebbe realizzato e nel frattempo stavano lavorando in progetti del Governo e insegnavano ornato e scultura nella Scuola di Belle Arti di Bogotà.

B) - ANECDOTAS RELACIONADAS CON LA CONSTRUCCION DE UN TEATRO
TEATRO COLON: ORNAMENTOS DE NOSTALGIA
Por: Alberto Saldarriaga Roa

Pocas obras del período republicano en Colombia poseen una riqueza
ornamental auténtica. El Teatro Colón de Bogotá es sin duda alguna un caso excepcional, tanto por la calidad de las obras como por el contenido de las mismas. Su diseño general se basa en la gran tradición académica europea del siglo XIX y, mas todavía en la gran tradición de la construcción teatral Italiana, la cual es en sí mismas la más respetable de las tradiciones en el campo de la construcción teatral en Europa. Y, a pesar de la escala relativamente pequeña de la sala y de sus espacios anexos, la obra en conjunto muestra una armonía total, lograda tal vez por el hecho de ser resultado del trabajo conjunto de una serie de artistas italianos, portadores todos ellos de esa gran tradición: Luigi Ramelli, Cesare Sighinolfi, Filippo Mastellari, Giovanni Menarini y desde Florencia el pintor Annibale Gatti, autor del telon de boca.

C) - LUIGI RAMELLI 120 anni del laboratorio di ornato dei Ramelli in Colombia.
Luigi Ramelli e i suoi discendenti svolsero un lavoro di insegnanti grazie a cui si formarono centinaia di giovani "ornatisti" che a loro volta diffusero l'uso delle decorazioni in stucco e gesso. La tradizione dei RAMELLI è tenuta ancora viva a Bogotà da Germán Reitz Ramelli che dirige un laboratorio nel quartiere "La Candelaria".

D) - CRONICAS DE BOGOTA' Vol.4 CAPÍTOLO LXX - Ibanez
Bibiloteca Luis Angel Arango

..en el centro del parque se construyera un templete para colocar en él una estatua del Libertador [Simon Bolivar]. Dirigió la construcción del templete, de estilo clásico, el arquitecto don Pedro Cantina.
.......
La ornamentación interior, rico dibujo, relieves artísticos e inscripciones es obra del artista italiano Luis Ramelli.
Una bellísima puerta de acero, labrada a martillo, rica en ornamentación, da entrada al monumento por el oriente. En ella se lee: Officina Biondi - Firenze-1887.

E) - Cattedrale di Bogotà- 1827/1968 REMODELACIONES Y REFORMAS –
...el antiguo tránsito al Sagrario Había sido transformado en la Capilla de las angustias, con ornamentación de Luis Ramelli, en 1891

traduzone di Alberto Raffaele Mosca
http://sinic.mincultura.gov.co/culturac ... ?NOT_ID=49
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RAMELLI - STORIA DI UNA DINASTIA DI DECORATORI IN GESSO

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LUIGI RAMELLI nei ricordi del nipote CARLOS RAMELLI - Decoratore in gesso

L'ARTE SCORRE NELLE VENE di Maria Francisca Rocha

Nel 1883 Luigi Ramelli, originario del Canton Ticino, regione della Svizzera italiana, stava lavorando a Firenze. Aveva terminati i suoi studi nella Accademia di Belle Arti e aveva un piccolo laboratorio in compagnia di suo fratello. Portava nella sua memoria il ricordo del suo bel paese delle sue aspre montagne e dei suoi rustici abitanti [della Grancia]. A quei tempi questa regione oggi così prospera ed esclusiva, era umile e agreste, per cui coloro che volevano intraprendere altre strade si recavano in Italia per studiare e acculturarsi.

Però la vocazione artistica della famiglia non è una coincidenza.

Fin dal 1531 Agostino Ramelli, ingegnere militare di Giacomo de Medici, del Duca d’Angiò e del Re Enrico III di Francia, fu artefice di sorprendenti macchine di guerra, una imponente fortezza e una stamperia a Parigi. Lasciò testimonianza delle sue prodezze in diversi manoscritti alcuni dei quali li conservano ancora i suoi discendenti ed è considerato un importante Capo-famiglia. Per questo non è semplice azzardo dire che Luigi secoli più tardi fosse inclinato per l’arte.

Ritornando alla sua storia a Firenze, un bel giorno ricevette un invito per partecipare a un concorso patrocinato dalla Repubblica Colombiana per trovare un maestro che assumesse l’incarico di organizzare la prima Scuola di Belle Arti del Paese. I concorrenti fecero sfoggio delle loro capacità presentando ognuno un’opera che dimostrasse, senza bisogno di tante parole elogiative, le loro qualità artistiche.
Lugi Ramelli elaborò un meraviglioso “pannello” in gesso con delicate decorazioni che non trovò rivali.
Con questa grande opera e con tutto il suo equipaggiamento si imbarcò nel 1884 nella singolare avventura di scoprire un nuovo mondo.

I seguenti sono alcuni stralci della prima lettera scritta a sua moglie Beatrice dove narra le peripezie del suo incredibile viaggio fino a Santafè di Bogotà:

“Grazie a Dio arrivammo sani e salvi alla nostra meta, cosa che mi sembra incredibile dopo tante avventure… l’attraversata dell’oceano, paragonata al viaggio che facemmo da Honda a Bogotà, fu un viaggio di piacere. Mai e poi mai avrei immaginato di trascorrere le feste di Pasqua viaggiando sul fiume Magdalena. Vidi le scimmie che ci seguivano sulla riva saltando da un albero all’altro e stormi di pappagalli che si addensavano sui rami. Mi si presentò anche il triste spettacolo dei resti di una nave a vapore che si era schiantata contro gli scogli. Arrivati a Honda ognuno di noi montò su un mulo e partimmo sotto un sole che arroventava la strada. Era così intenso il sole che le mani che ero costretto a tenere esposte, si ustionarono”. In quattro giorni di cammino a dorso di mulo transitarono per Guaduas, Villetta, Manzanas, Facatatiya e finalmente terminò il suo viaggio la Domenica di Pasqua “Adesso che sono arrivato mi sembra quasi impossibile essere uscito illeso da questi posti, perché quelle strade non sono altro che sentieri “spacca-ossa”…”


UN NUOVO MONDO
L’anno seguente Luigi già era completamente dedito al suo lavoro e oltre al suo impegno di maestro nella Scuola di Belle Arti, partecipò alla decorazione del Teatro Colon. Situato nella decima strada di fronte al Palazzo di San Carlos. La sua costruzione fu affidata all’architetto italiano Pietro Cantini, lo stesso autore del Campidoglio Nazionale, che ingaggio a suo insindacabile giudizio gli artisti incaricati di tale importante lavoro. Lo stemma dello scenario, una serie di pannelli che coniugano medaglioni, cherubini, girali e ghirlande così come i palchi della prima e della seconda fila dove sono rappresentati in forma allegorica: la musica, la commedia, la tragedia, furono opera sua dove la decorazione si alterna con rosoni, uniti da ghirlande rette per l’occasione da cariatidi, giovani graziose che simboleggiano le quattro stagioni. La principale lampada centrale, oggi rimpiazzata da un lampadario di cristalli, fu un'altra opera geniale che stà per essere restaurata per brillare nuovamente in qualche posto del Teatro.
Durante i 34 anni che Luigi Ramelli visse in Colombia con la moglie e i suoi figli, realizzò migliaia di opere di decorazione di valore incalcolabile. Il Tempietto di Bolivar, il Salone Giallo del Palazzo Nariño, i mascheroni del Campidoglio Nazionale, i capitelli della Cattedrale di Bogotà, sono solo alcune fra la più conosciute.
Dopo la morte della moglie Beatrice gli venne nostalgia della sua patria e decise di tornare a morire nella sua amata Grancia [*]in una casa decorata che ancora conservano i suoi discendenti, insieme ai disegni che realizzò ininterrottamente durante tutti i suoi anni di lavoro.

Solo due dei suoi sette figli intrapresero la strada dell’arte: Maurizio [**], pittore, e Colombo, decoratore, che apprese il mestiere a fianco del padre.
Nel 1908 viaggiò a Firenze per mettersi al corrente delle ultime tecniche e nel 1914 ritornò per riprendere la tradizione. Molti parroci si avvalsero dei suoi servigi per decorare gli altari delle chiese di città e paesi.
Antichi schizzi dei suoi disegni rivelano i posti più insoliti dove ebbe l’opportunità di applicare la sua arte. Come Puerto Merizalde, centro aurifero nel Cauca, oggi perso nel tempo e dimenticato.
Tra le sue opere principali spiccano il Salone ellittico del Campidoglio Nazionale, il Palazzo del Governo di Cundinamarca, le Chiese della Cappuccina e del Carmen, i capitelli e facciata della Chiesa delle Nevi di Bogotà, la Stazione della sabana di Bogotà e di Chiquinquirá, il portale del Cimitero Centrale di Bogotà e il monumento all’architetto Cantini nel municipio di Suesca.
Per non dire dell’opera pittorica del figlio Maurizio, con una traiettoria di ugual importanza di quella di suo fratello, alcune delle sue opere sono: gli affreschi del “plafond” del Teatro municipal di Calì, la decorazione della Chiesa di san Francesco nella stessa città, la Chiesa dell’America a Medellin, quella di Gerico a Antioquia e le pitture artistiche della Chiesa d’Egitto di Bogotà.

[**] Nel Novembre 2004 sono stati esposti presso il Teatro Colon, nell'ambito della mostra "120 anni di arte dei Ramelli in Colombia", 10 dipinti a olio della prima metà del '900 costituiti da paesaggi e di carattere religioso, originali di Maurizio Ramelli che studiò in Italia e si distinse per i suoi murales e per gli affreschi nelle chiese e per le decorazioni delle vetrate.,

VITA MODERNA
Come se fosse possibile viaggiare nel tempo attraverso gli oggetti e questi potessero parlare con la propria voce, inizia un percorso nei corridoi della casa della Candelaria di Carlos e Mary, nipoti di Luigi, figli di Colombo, che costituiscono la terza generazione di questi artisti. Inizialmente Carlos lavorava con suo fratello Mario, ma con la morte di questi, Mary abbandonò la sua professione di batteriologa per aiutare l’impresa famigliare. Il luogo è “inondato” di pezzi unici, come il famoso e già ricordato “pannello” e altrettanti incalcolabili pezzi creati nel tempo dal nonno. Qui funziona il laboratorio sotto la supervisione dei due fratelli e la esecuzione di due muratori, di cui uno dei due. Hugo, è il figlio di un collaboratore di Colombo fin dagli inizi del secolo e lavora nel laboratorio da cinquanta e passa anni. Lì la tradizione rivive grazie al lavoro dei suoi fedeli esecutori, a prescindere dalla modernità, applicando le stesse tecniche di preparazione del gesso, dai modelli in colla, blando materiale di origine animale che consente di staccare facilmente i pezzi seccati e ai centenari e originali modelli che convivono con altri più moderni creati da Carlos negli ultimi decenni per non perdere di vista le più attuali tendenze.
Da vari anni grazie al forte incremento del restauro, non più di opere monumentali, ma nella decorazione degli interni, i moderni decoratori, al corrente dei tesori che custodiscono i Ramelli, sono loro clienti abituali.. Più di un lussuoso appartamento di Bogotà fa da scenario ai suoi lavori. La produzione non si arresta e neppure la tradizione perché, a prescindere che Carlos e Mary sono entrambi non sposati, non hanno discendenti. Il loro nipote Germano Reitz, con un sangue misto tedesco e svizzero, segue i loro passi con la stessa devozione e determinazione perché la loro arte non muoia.
La sua eccellente memoria, le sue testimonianze e gli antichi e preziosi documenti che conserva come testimonianze del passato, sono quello che ci hanno consentito di ricostruire questa storia come omaggio a una famiglia di artisti a cui la Colombia deve così gran parte del suo patrimonio culturale.

Alcuni secoli fa un discepolo di Michelangelo affermava che l’arte, nelle sue infinite manifestazioni si eredita come il colore della pelle e nel caso dei Ramelli la storia ha dimostrato con i fatti questa grande verità.

Fonte: Rivista del Buon viver, n.12 Luglio 1995
El arte corre por las venas por Maria Francisca Rocha
http://www.colarte.com/recuentos/Cerami ... tista=8393

[*]Grancia è un comune del Canton Ticino di 377 abitanti.
Il comune è molto noto ai Ticinesi e agli Italiani di confine perché vi si trova un ampissimo centro commerciale e una ben nota zona industriale.
http://it.wikipedia.org/wiki/Grancia
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LA TRADIZIONE DELLA DECORAZIONE IN GESSO CONTINUA A VIVERE

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GERMAN REITZ RAMELLI

Erede di questa lunga tradizione, Germán Reitz Ramelli fu a capo del laboratorio famigliare dal 2000. Alla sua morte, amici, famigliari e collaboratori si impegnano a non dimenticarlo e a mantenere aperte le porte del mitico laboratorio.
Durante più di cento anni, con passione con tenacia, la famiglia Ramelli ha trasmesso di padre in figli e da figli a nipoti un’arte che deriva da Luigi, artista “svizzero” che arrivò in Colombia nel 1884 e ricevette l’incarico di decorare le opere che lo Stato stava conducendo a termine come parte del suo programma di consolidamento della sua immagine pubblica.
Ad opera dell’architetto italiano Pietro Cantini, che era a capo dei vari lavori che si stavano realizzando, Bogotà acquistò un nuovo volto secondo le tendenze delle città europee di fine XIX inizio XX secolo.
Con la decorazione dei principali edifici pubblici dell’era repubblicana incomincerà la lunga avventura dei Ramelli nel nostro Paese, imponendo quel marchio di qualità che varrà loro un nome nella architettura e nelle arti decorative in Colombia.
Testimoni vivi di questa storia sono il Teatro Colon, il Tempietto di Bolivar il "liberatore", i palazzi del Municipio e di San Carlo, le cappelle delle “Angustias” e di Santa Isabella d’Ungheria nella Cattedrale di Bogotà.

Alla morte di Luigi, gli succedettero i suoi figli Colombo e Maurizio, che non solo continuarono l’opera del padre ma soprattutto diedero al Paese l’apporto di un incalcolabile patrimonio di conoscenze attraverso il laboratorio dove molti studenti fecero pratica e nella Scuola Nazionale di Belle Arti dove i Ramelli rivelarono segreti sulla utilizzazione del gesso nell’ornamentazione e la tecnica di modellare l’argilla e farne stampi in gesso.
La tradizione famigliare continuò con Mary, Carlos e Mario, figli di Colombo, includendo nuovi materiali come il granito, il marmo e il cemento
Gran parte della loro attività fu dedicata al restauro e alla conservazione di opere come nel Palazzo di Nariño, il Palazzo Echeverri e la chiesa di Nostra Signora d’Egitto.
Nel 2000, dopo la morte dei suoi zii, Germán Reitz Ramelli prese le redini del laboratorio, metodico, semplice, colto, con un sottile humor, la sua maggiore preoccupazione fu mantenere gli standard di qualità che hanno caratterizzato la produzione e metterla al passo con le tendenze contemporanee.
La sua sfida: conoscere di più sulle origini e le opere dei Ramelli e far conoscere la famiglia.
Per questo potette contare sull’aiuto di fedeli collaboratori, amici e famigliari impegnati a continuare con il loro lavoro a mantenere aperta la porta della vecchia “casona”.
Come esempio di questo lavoro che è la somma degli sforzi di varie generazioni presentiamo le vicende di alcuni personaggi che accompagnarono German Reitz lungo il corso della sua vita e della storia del laboratorio Ramelli.
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Beatriz Alzate, anima gemella.
Internazionalista e amica personale di German Reitz, Beatriz Alzate lo descrive come un uomo di una gran disponibilità e generosità nei confronti degli altri.
La sua amicizia data dagli anni sessanta e come dice lei stessa, mai ci fu uno screzio.
Molto interessata all’eredità artistica della famiglia Ramelli, Beatriz realizzò nel 1986 una ricerca che intitolò “I Ramelli cento anni di arte colombiana”.
Più avanti comincerà a lavorare con German in un progetto comune il cui obiettivo era guardare indietro al passato per ricostruire la storia di questa arte e vedere la connessione con i Ramelli, e trovare tracce molte precise trasmesse di generazione in generazione.
Tutto questo lo entusiasmò molto. La nostra idea era studiare da dove aveva avuto origine questa conoscenza, da dove veniva questa produzione. Vorrei continuare in questa ricerca. Come dice la tradizione “huitota” “ognuno di noi tesse un canestro con la propria vita”. Non è importante riuscire a finirlo, arriverà un altro e lo finirà.
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Maria Clara Torres e Hugo Delgadillo, storia e amicizia
Come molte amicizie, anche questa cominciò per caso. Ebbe inizio come rapporto di lavoro e col tempo i legami si fecero più stretti Per Maria Clara Torres, appassionata d’arte, e Hugo Delgadillo, storico, German fu più che un capo, fu l’amico che insegnò loro molte cose. “Abbiamo ancora le chiavi del laboratorio” dice Maria Clara. “Quando il laboratorio originario traslocò incominciammo a lavorare organizzando i bozzetti delle diverse opere, poi gli album famigliari e quelli delle opere. Successivamente si fece una ricerca delle fonti, sulla stampa, nei libri, nei documenti notarili, per cercare nuove opere dei Ramelli non ancora conosciute. German era un uomo molto metodico, entusiasta, impegnato a riscattare dall’oblio la tradizione della sua famiglia. Era un uomo generoso che in questo lavoro rispettava e dava riconoscimento alle persone che lavoravano con lui”, racconta Hugo.
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Alberto Escovar, cambio di rotta.
L’amicizia dell’architetto Alberto Escovar con Germán Reitz fu, secondo le sue stesse parole, ispiratrice “Conobbi German Reitz quando stavo lavorando per recuperare le stazioni ferroviarie di tutto il Paese. Lui voleva recuperare quella di Chocontá”
Ammette che non sapeva molto sulla famglia Ramelli. “German mi portò al laboratorioe mi raccontò la storia della sua famiglia. Rimasi molto impressionato”. Da allora passò del tempo ma Alberto sa che il suo incontro con German, da allora cambiò in qualche modo il suo destino.
Negli anni seguenti, Escovar si dedicò alla ricerca storica dell’architettura e da poco si imbarcò in un altro progetto : una scuola d’arti e mestieri.
“E’ triste vedere come questi laboratori artigianali e le loro opere sparirono: L’obiettivo della scuola è di recuperarli e dare loro nuvo impulso. L’idea iniziale era di farlo attraverso il laboratorio Ramelli. Io ne parlai con German e rimase entusiasta. A fianco del laboratorio si sarebbe aperta la scuola, formando e addestrando le maestranze, aggiornando quest’artigianato rendendolo così più competitivo sul mercato.
German morì nel frattempo ma l’idea resta viva. “Ho parlato con Elsa e Olga Moreno. Stiamo discutendone insieme e spero di arrivare presto a un accordo per proseguire”.
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Germán Romero, buon alunno e maestro
Se qualcuno conosce a fondo la storia dei Ramelli, questi è German Romero, capo del laboratorio. Come Ernesto, suo padre, German crebbe nel laboratorio e tanto l’uno come l’altro impararono il mestiere fin da ragazzi. Conosce la tecnica come pochi. “Cominciai da molto piccolo con il sig. Carlos e la signorina Mary. Quando ero in collegio, durante le vacanze andavo a aiutare mio padre. Così cominciai a imparare il mestiere. Quando finii gli studi mi dedicai ad esso totalmente”. Per lui il sig. German era un uomo generoso, serio negli affari, con una intelligenza e uno spirito fuori del comune. “Eravamo molto uniti. Anche quando io cominciai a studiare contablità egli continuò ad appoggiarmi mi diceva che qualcuno doveva pur fare un altro mestiere.” Nel lavoro lo ricorda metodico, attento alle finiture e alla qualità, rigoroso nel rispettare i contratti e geloso delle cose del suo laboratorio. “Egli voleva ottenere i brevetti dei modelli. A seguito della morte di German Reitz ai suoi continuatori resta solo la nostalgia” Incaricato di tutta la produzione, German Romero vuole mantenere in vita il laboratorio.
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Elsa e Olga Moreno, sguardo al futuro
Per Elsa Moreno, la morte di German, suo cognato, arrivò come un fulmine a ciel sereno, senza preavviso, “Era un essere meraviglioso, aperto, estroverso, con molti amici e molto cavaliere”. Il suo grande impegno era promuovere l’attività del laboratorio e in generale la cultura. Era molto attivo e con un senso della comunità molto grande. Era legato alla Fondazione Amici del Teatro Colon e alla Fondazione amici di Chocontà, fu il promotore della banda cittadina di quella cittadina.
Dopo una vita di lavoro dei Ramelli e diciassette anni di una grande dedizione di German per consolidare l’immagine della famiglia, Elsa e Olga, sua sorella, non si rassegnano all’idea che il laboratorio debba sparire. “La nostra idea da qui in avanti è continuare con il laboratorio. Però andare più in là dei restauri. Vogliamo aggiornarci, utilizzando il patrimonio che abbiamo però in opere attuali. Fornire tutti gli stadi della costruzione dei pezzi dalla progettazione alla installazione. Guardare al futuro perché il laboratorio continui a vivere nel tempo”. Commenta Elsa.

Fonte: EN VOZ ALTA La ornamentación en yeso sigue viva
http://www.metrocuadrado.com/contenidom ... 14977.html
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120 ANNI DI ARTE RAMELLI IN COLOMBIA mostra al Teatro Colon

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Bogotá, noviembre de 2004. El próximo miércoles 17 de noviembre a las doce del día se inaugurará en el Teatro Colón la exposición 120 años de arte Ramelli en Colombia, muestra que reúne piezas esculpidas en yeso, talla en piedra, óleos, dibujos y bocetos originales del artista suizo Luigi Ramelli (1851– 1.930), y de dos de sus hijos, Colombo y Mauricio, quienes dejaron huella en la arquitectura colombiana, concretamente en el campo artístico y decorativo.
http://sinic.mincultura.gov.co/culturac ... ?NOT_ID=49

Fotografia del "pannello" con cui Luigi Ramelli vinse il concorso nel 1884.
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