GLI EBREI IN SPAGNA E IN ITALIA - I MARRANI

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alberto
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GLI EBREI IN SPAGNA E IN ITALIA - I MARRANI

Post by alberto »

Gli ebrei in Italia

Nel 1492 gli ebrei furono espulsi dalla Spagna e il 18 giugno dello stesso anno venne promulgato il medesimo ordine di espulsione anche in Sicilia e in Sardegna (appartenenti entrambe alla Spagna). Fu così che, dopo una breve dilazione, nel corso del 1492, anche le comunità ebraiche dell'Italia meridionale vennero destinate alla scomparsa.
Nel 1500, con il trattato di Granata, il Regno di Napoli venne diviso fra Luigi XII di Francia e Ferdinando il Cattolico di Spagna; nella lotta che ne seguì fra francesi e spagnoli, questi ultimi prevalsero e nel 1505 entrano a Napoli e anche lì cominciarono a scomparire le comunità ebraiche, un tempo fiorenti.
Verso la metà del 1500 giunsero in Italia gruppi di marrani provenienti dalla Spagna. Marranos, in spagnolo, significa maiale o maledetto, e denota il forte disprezzo che esisteva nei confronti degli ebrei che si erano convertiti alla religione cattolica per poter rimanere in Spagna, dopo l'editto del 1492.
Gli ebrei invece li chiamavano anussim. Nonostante l'apparente conversione, i marranos restavano profondamente legati alla loro religione che professavano rinchiusi nelle loro case. Questa pratica era molto pericolosa, infatti se venivano scoperti dall'inquisizione rischiavano l'immediata condanna al rogo.
Proprio in quel periodo si andava formando in Italia un movimento messianico. Nel 1524 David Reubeni, fratello del re della tribù di Reuven, si recò a Roma da Papa Clemente Settimo per proporgli di far combattere gli ebrei per la riconquista della Palestina. Reubeni ottenne l'approvazione del Papa e si recò quindi in Portogallo dove i marranos l'accolsero trionfalmente. Diego Piras, consigliere del re, all'arrivo di Reubeni si dichiarò ebreo, prendendo il nome di Salomone Molho. In seguito si recò con lo stesso Reubeni da Carlo V al fine di indurlo a combattere i Turchi, che occupavano la Terra Santa, con un esercito di ebrei. Intanto, però, gli ebrei italiani cominciarono a temere la figura di Molho e furono loro stessi a denunciarlo all'inquisizione, che lo condannò al rogo. Salomone Molho fu arso a Mantova.
Per quanto riguarda gli studi, le arti e la musica gli ebrei furono determinanti durante tutto il periodo del Rinascimento. A questo proposito va ricordato il Codice Avicenna, tradotto da Idn Tibbon, uno dei codici più famosi del Rinascimento, ornato di pregevolissime miniature.

http://www.sansepolcroliceo.it/olocaust ... spagna.htm

http://www.ucei.it/ebreiInItalia/l

http://open-site.org/International/Ital ... Sefarditi/

EBREI IN SICILIA

Alcuni passaggi tratti dal libro "Mosè il ricco" di Gino Caruso - ed. Koinè.

Premessa: il racconto si riferisce in particolar modo alla più grossa comunità ebraica in Sicilia, quella di Castroreale (ME). Anno: 1492 - decreto di espulsione emanato dal cattolicissimo re di Spagna.

"A capo basso, come era già stato deciso, immediatamente dopo il battesimo fu programmata ed attuata, per una buona parte degli ebrei poveri, la dispersione della comunità nel territorio.
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Qualcuno pian piano si traferì, o meglio si nascose in posti quasi irraggiungibili, complice la struttura morfologica e la viabilit� del tempo, infatti ad eccezione di pochissime strade principali fuori dal Castrum, i collegamenti erano quasi inesistenti. Trazzere e viottoli di campagna, nascosti per lunghi periodi dell'anno dalla folta vegetazione, erano provvidenziali per chi voleva nascondersi o non essere notato.
..................
Dall'isola partì quasi un terzo della popolazione ebraica, e solamente certe famiglie ritornarono dopo 250 anni.
Si cancellarono di colpo la professione pubblica della fede ebraica ed ogni manifestazione che ad essa apparteneva. Si tennero battesimi di massa. Furono scelti nomi cristiani e prese corpo l'onomastica italiana comprendente nome, cognome, paternità e maternità. La scelta del cognome divenne il nodo più difficile da sciogliere, sicchè molti scelsero cognomi di città o di piccoli paesi: Ferra, Catania, Messina, o provenienze da città come Genovese o Romano o da regioni come Calabrese. Altri scelsero cognomi che lontanamente si rifacevano all'ebraismo, e quindi Isaia divenne Saja......Nella ricerca del cognome ognuno dava sfogo alla propria immaginazione, ma ricreando una chiave di lettura capace di essere notata da chi fosse stato in grado di interpretarla.
.................
In due secoli sul rogo furono bruciate vive 650 persone, di cui almeno 450 ebrai conversi........Mosè il ricco, figlio di Giacobbe, divenne Geronimo Rosso, suo figlio venne chiamato Miguel.....(Alla morte di Mosè-Geronimo, Miguel) si inventò simboli nobiliari(*) mai esistiti ma tutti riconducibili all'ebraismo, come i leoni rampanti e la colonna, mentre la Stella di David divenne una stella pura e semplice."

(*)Secondo gli studi di Titta Lo Jacono, l'iscrizione datata 1506 del monumento funerario di Geronimo Rubeo (Museo Civico di Castroreale), rispecchia un "sentire" prettamente ebraico.
http://www.e-brei.net/modules.php?name= ... e&sid=1043

Diffusione del cognome MARRANO in Italia da Pagine Bianche:
PIEMONTE 41 - VALLE D'AOSTA 0 - LOMBARDIA 30 - TRENTINO ALTO ADIGE 0 - VENETO 4 - FRIULI VENEZIA GIULIA 1 - LIGURIA 3 - EMILIA ROMAGNA 14 - TOSCANA 9 - UMBRIA 1 - MARCHE 0 - ABRUZZO 0 - MOLISE 0 - CAMPANIA 41 - PUGLIA 71 - BASILICATA 8 - CALABRIA 5 - SICILIA 14 - SARDEGNA 0 TOTALE 242
Last edited by alberto on Mon Nov 13, 2006 4:45 pm, edited 1 time in total.
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Judíos, conversos y Monforte de Lemos.

Post by alberto »

"Monforte de Lemos
................. Monforte dos demos
................. Quinientos veciños
................. Douscentos xudíos."

"Monforte de Lemos
................. quinientos vecinos
................. trescentos ladrós"

TRADUZIONE

"Monforte di Lemos
................. Monforte di due genti
................. cinquecento abitanti
................. duecento ebrei."

"Monforte di Lemos
................. cinquecento abitanti
................. trecento ladri."

Algunos de ellos fueron personajes prestigiosos e importantes, de los cuales se conservan sus tumbas y su recuerdo entre la comunidad sefardí. En ocasiones el apellido va con otro típico apellido, tal vez de origen portugués. Es lógico, ya que pensamos que, parte de estas familias pertenecen a descendientes de judíos conversos asentados en Portugal y Galicia en el siglo XVI y parte del siglo XVII, los cuales se desplazan luego a Centroámerica, Sudamérica o Europa. Conservaron durante décadas los apellidos de origen portugués y gallego (De Lemos) divulgándolo por todos aquellos países en las que residieron.
.....................
Todo esto viene a cuento, ante la posibilidad de que gran parte de estas familias DE LEMOS, se colocaran el apellido durante el siglo XVI y XVII para justificar su agradecimiento, por el motivo que fuere, hacia miembros de la casa condal de Lemos o de apellido Lemos. Incluso, para buscar la protección de estas famosas familias. Era algo que se produjo con bastante asiduidad. Otra parte de estos DE LEMOS o LEMOS, llevarían el nombre por ser sus ancestros originarios del valle de Lemos. Tras la expulsión de 1.492, o incluso en el siglo XVI - XVII, ya como conversos, al salir de Galicia y tomar alguna de las rutas que los conducirían a sus nuevos destinos, al bautizar a sus hijos, para inmortalizar estas raíces, ¿qué mejor que el nombre de, DE LEMOS?.

http://www.sefarad.org/publication/lm/037/5.html
Last edited by alberto on Sun Jun 04, 2006 6:25 pm, edited 4 times in total.
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Giulianova 1508-1688

Post by alberto »

“Giulianova 1508-1688” - Commenti dello storico giuliese Sandro Galantini.

"Nel 1508 – l’anno in cui Andrea Matteo torna in possesso di Atri, dopo le congiure, i rovesci militari, la prigionia nel 1503-1505 e quindi, nel 1507, l’aggregazione della famiglia al seggio nobile napoletano di Nido[1] ed il vantaggioso matrimonio contratto con Caterina della Ratta – nel 1508, si diceva, Giulianova sembra vivere, relativamente agli aspetti più squisitamente demografico-urbanistici, una situazione di penosa incompletezza, oltre ad un generalizzato malessere sociale che, qui come altrove, traeva alimento dagli abusi feudali e dalla politica fiscale regia. La Terra di Giulia risulta «male incasata» e persistenti sono le difficoltà che gli assegnatari incontrano nella costruzione dei “casalini”: “molti hanno pigliati casalini con promissione voler edificare” si legge infatti in un documento del 1508 “et poi hanno interlassati detti casalini, et la terra per essere male incasata ne pate assai.”
Da ciò la decisione presa dal duca-umanista, il 21 ottobre 1508, di reiterare le norme e le franchigie per il popolamento emanate a suo tempo dal padre Giuliantonio, disponendo contestualmente, a favore della «Università et Homini abitanti in la Terra di Giulia Nova», l’abolizione, totale o parziale, di una lunga serie di abusi e di pratiche vessatorie, come le onerose imposte di dogana o di platea, del fondaco di sale e ferro e della gabella della carne, compresi alcuni donativi o contribuzioni tutt’altro che moderatamente pretesi e non poche “ancariglie” pesantissime, come «lo portare delle lettere et comandare cavalli per ogni minima cosa»."


...di rivendicare con fermezza l’osservanza dei suoi «privilegij» (franchigie, esenzioni ed immunità) riconosciuti sin dal diploma del 1472 di Giuliantonio, quindi da quello di re Ferrante del 1481, da Andrea Matteo nel 1508 e, in ultimo, dal cardinale Giovanni Vincenzo Acquaviva d’Aragona, «Juliae Novae Comes», il quale nel febbraio 1543 aveva non solo ratificato i precorsi benefici, ma ne aveva promulgati di nuovi.


Per la cortesia del Dott. Francesco Mosca 02/06/2006
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